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Quiete
Come
un cavallo stremato da una lunga e interminabile corsa, mi fermo a
riposare. La contemplazione torna unica esigenza di vita. Ripercorro
il sentiero con la mente e mi sembra ormai, ingrigito da mille
sterpaglie che ne impediscono la visione. La strada era fiorente,
vivida, rossa come il fuoco, piena di piccole figure bambine che
giocavano ignare. Il ricordo pieno di vivo sentire imbizzarrisce
ancora il puledro. Nessun rancore si prova per un’ombra che non
riesce a toccare il mondo parallelo. Fortunato è invece colui che
riesce a prenderlo in mano.
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