LUNGO LA STRADA DEL RITORNO

Il sole illumina la pietra nera tanto da renderla nuovamente incandescente. Il paesaggio si illumina di nero lucente. Ascolto la voce del saggio che racconta la storia di una e mille coccinelle che scelgono proprio questo luogo per amoreggiare, così in mezzo a questo mondo nero le vedi volteggiare leggere e silenziose. Nessun tumulto ci accoglie perchè il vulcano dorme, o forse finge..in realta fuma per manifestare la sua imponente presenza. Conosco perfettamente i suoi ritmi, i suoi umori estivi ma gelosamente.... li tengo per me.
La gente sfiora i miei pensieri fin quasi a toccarli, merito di questa metropoli nera dove vige la legge eterna: vietato imprigionare il calore. Imponenti poggioli neri osservano dall'alto del loro splendore quasi chinandosi a salutare, con antico rispetto, una vecchia amica che non vedono ormai da tempo. Le luci si intrecciano elegantemente e mostrano l'imponenza di quelle che furono le case dei grandi di Catania. Affaticata dal calore notturno emanato dai lavici mattoni che solcano tutta la città, cammino a fatica. Vestito di un giallo ocre appare il grande gigante buono quasi a voler impaurire i passanti ignari del suo soave splendore, ma angeli bianchi e busti dei grandi classici musicanti svelano il suo volto rivelando la sua vera natura. Suoni, plausi, ritmi antichi, ballate e minuetti accompagnano la sua figura maestosa che si staglia di fronte alla sua cara amica, compagna di tante chiacchierate notturne. Il suono pacato e sapiente della mia guida continua costantemente il suo percorso fino a portarmi dove il mio avo paterno solea praticar la sua arte dolciaria che tanto contrastava col suo burbero essere.

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